mercoledì 19 novembre 2014

COM'ERA PRIMA



Adesso che i poeti fanno a gara
per scrivere senza farsi capire,
avvolti come sono tra le spire
del lirico ermetismo, fonte rara
d’aulici accenti all’intimo sentire,
la vita al Menestrello è meno amara.
Io amo il ritmo, il metro e la fanfara
della rima, che non mi fa fuggire.
Amo un po’ di D’Annunzio, amo Gozzano,
amo Carducci, Pascoli e Leopardi,
Petrarca e Dante con la sua terzina.
Amo il sonetto, anche se pian piano
è stato relegato tra i vegliardi.
Io amo la poesia com’era prima.
E devo ringraziar se la quartina
l’hanno i cantori veri a me lasciata,
essendo che per loro è superata.

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