giovedì 18 agosto 2016

UOMO A METÀ



Scendono piano,
lungo il sentiero incerto.
Lui sulla sedia a ruote
addosso a lei che lo conduce,
guidando il suo trabiccolo a motore
giù per la china, verso il lago aperto.
Posano sulla sabbia la fatica.
Due tronchi maltagliati,
lui senza gambe e lei
due steccherini inutilizzati.
S’aiutano tra loro,
si tolgono i vestiti con amore.
Il sole cuoce i sassi come un forno
e l’aria non trasmette alcun rumore.
Un cielo terso copre l’aspra scena.
Occhi sfuggenti e volti di persone
dal cuore imbarazzato tra la pena
e un’empito di cieca repulsione.
Ma tu, uomo a metà,
non vedi affatto chi ti siede intorno
e non ci chiedi aiuto.
Usi le braccia come due stampelle
ed ogni tanto la trascini piano,
la tua compagna in vita di sventura,
facendola strisciare con la pelle.
E quando finalmente ci riesci,
sfuggiti dall’angusta umanità
e immersi nel liquido elemento
che lieve vi ricopre e vi sostiene,
ormai pesci tra i pesci
brilla la luce del vostro sentimento
nel caldo abbraccio che uniti vi trattiene,
e ci restituite la pietà.

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