domenica 8 giugno 2014

SOTTOMONTE




Io sono ancora qui
e l’erta, come allora,
riluce sotto il sole.
C’era un sentiero lì
che dalle balze verdi
scendeva verso il mare
che adesso non c’è più.
La sabbia è sempre quella
e l’acqua è sempre blu.
Il babbo che lontano
cercava il suo lavoro
poi mi lasciò da solo,
e dopo pure tu.
Noi venivamo a piedi;
ora la strada è piena
ed è tutto un via vai
di gente e di motori
e questa spiaggia amena
che allora stava fuori
è il cuor della città.
Io te lo chiedo, mare,
che sotto il monte stai:
ma quanto tempo fa
vedesti un gracilino
che dai poggi d’Urbino,
forse una volta all’anno,
veniva a fare il bagno
con la sua mamma qua?
Ora tutto è diverso
e se mi guardo in giro
una folla straniera
mi sta sdraiata accanto
dove prima non v’era
che un alitar di vento.
Però non questo è
un sogno che s’avvera.
Almeno non per me.
Anche se ci sarà
chi chiude l’ombrellone
e piega il mio lettino,
un sogno qui non c’è
com’era da bambino,
nel tempo che vorrei
rivivere con voi
in lieve povertà;
come bastava a noi.

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